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Trento, 30 gennaio 2014
«Purtroppo non sarÀ l’ultimo attentato»
L’analisi di Marco Boato: «Gli antagonisti non si erano mai spinti così in alto in Trentino»
dal Trentino di giovedì 30 gennaio 2014

«Che io ricordi a Trento non si era mai giunti a un livello così alto, almeno per quanto riguarda l’area antagonista o anarchica. L’unico attentato che io ricordi che poteva avere conseguenze disastrose rientrava nella strategia della tensione e risale alla notte tra il 18 e il 19 gennaio 1971, quando venne ritrovata una bomba davanti al Tribunale in largo Pigarelli che avrebbe potuto fare molti morti».

Marco Boato è la memoria storica dei movimenti studenteschi di sinistra a Trento. Arrivato in città per studiare a Sociologia non se n’è più andato e conosce molto bene la storia recente. Un fatto come questo non se lo ricorda: «Ripeto, se si toglie quella bomba che rientra nella strategia della tensione e per la quale furono arrestati e poi assolti un colonnello dei carabinieri, un funzionario di polizia e un agente dei servizi segreti, non ricordo attentati gravi con esplosivi a obiettivi istituzionali. Almeno non così gravi.

L’unica vicenda che mi viene in mente è quella di Marco Pisetta che nell’aprile 1969 mise due molotov davanti alla sede dell’Inps e davanti alla Regione. Pisetta era un sottoproletario che si era avvicinato al movimento operaio. Le due molotov non fecero danni. E’ l’unico tentativo di attentato che può ricordare quello dell’altro giorno. Poi ricordo altre bottiglie molotov nel ’77, ma senza danni particolari. Poi, più di recente, ci sono stati gli attentati ai tralicci, ma sempre di matrice anarchica, come quello al Tribunale di Sorveglianza.

Leggo che gli inquirenti stano valutando la pista anarchica. Penso anche io che un atto del genere possa rientrare nell’ambito dell’area antagonista. Del resto anche gli altri attentati di questi ultimi tempi e gli atti dimostrativi come i recenti danneggiamenti alla Btb sono legati alla protesta contro la Tav della Val di Susa. Anche questo potrebbe rientrare in questo filone. Del resto sono state trovate spesso scritte di solidarietà nei confronti di chi è stato arrestato durante le manifestazioni contro la Tav.

Sono atti che danneggiano molto la causa e la popolazione della Val di Susa. Io conosco molto bene il sindaco di Venaus e molti altri cittadini che sono contro la Tav in Val di Susa e combattono in maniera civile. Loro sono molto preoccupati per atti come questo. Temono che questa deriva violenta possa pregiudicare la loro causa e criminalizzare un intero movimento pacifico».

Boato non è ottimista per il prossimo futuro: «Purtroppo penso che l’attentato non sarà l’ultimo di questo genere. In questa area ci sono ancora frange che pensano di poter portare avanti così le proprie posizioni. Finora, però, non era mai accaduto quello che è successo l’altra mattina. Non erano mai esplosi ordigni davanti a sedi istituzionali come un Tribunale».

Una situazione, insomma, inedita che rischia di sfociare in qualcosa di peggio.

  Marco Boato

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